Bentrovati in questa newsletter pre-natalizia che è anche l'ultima del 2023.
Dato che ormai tira aria di vacanze sarà un numero molto breve. Giusto il tempo di farsi gli auguri e poi ci si rivede l'anno prossim
Bilanci e propositi
Mancano pochissimi giorni a Natale e non molti di più alla fine dell'anno. Siamo arrivati in quel periodo dedicato ai bilanci, ai recap, alle classifiche dell'anno che sta per concludersi.
Per quanto riguarda il giornalismo culturale non ho dubbi su quello che è stato l'argomento dell'anno: l'intelligenza artificiale. A partire dalla fine dagli ultimi mesi del 2022 e poi per tutto il 2023 è stato un continuo e abbondante fiorire di articoli e approfondimenti sulle IA, il loro possibile impatto sulla cultura, sul la lavoro, sulla società, le loro evoluzioni a breve e a lungo termine, le opportunità e le minacce che possono rappresentare.
è stato anche l'anno di Barbenheimer. Cioè quello in cui è accaduto ciò che non sembrava più possibile: per un'intera estate al centro del dibattitto pubblico ci sono stati due film. A dispetto di chi credeva che il cinema fosse ormai inesorabilmente destinato a diventare una forma di espressione marginale, intorno alle pellicole di Greta Gerwig e di Christopher Nolan sono sgorgati fiumi di inchiostro e di bit di discussioni sui social.
Sarebbe bello (questo magari lo inseriamo tra i desideri per il 2024) se anche per la letteratura si riscoprisse il potere di generare dibattito al di fuori delle nicchie e delle bolle. Nel 2023 le cose non sono andate benissimo su questo fronte se consideriamo che i libri di cui si è parlato di più sono stati Spare, la non proprio imperdibile autobiografia del principe Harry (forse i più se la saranno già scordata, essendo uscita a gennaio, ma resta il libro più venduto dell'anno), e - ahinoi! - il volume auto-pubblicato del generale Vannacci (che speriamo di scordare presto).
Consoliamoci con Italo Calvino. Cadeva l'anno del centenario della sua nascita e prevedibilmente non sono mancati saggi, ristampe, articoli, mostre dedicate all'autore ligure. In queste ricorrenze l'attenzione verso gli autori tende sempre a risultare un po' artificiosa e retorica e questa non ha fatto eccezione. Ma va bene così: ogni occasione per rileggere Calvino è ben accetta.
Il 2023 è stato anche l'anno in cui è nata questa newsletter. Per noi è ancora troppo presto per azzardare un bilancio. Mi limiterò quindi ai buoni propositi per l'anno nuovo: il principale ovviamente è quello di far crescere il progetto, come diffusione, ma soprattutto come qualità e varietà dei contenuti. Per questo puoi dare anche tu un contributo, scrivendomi una letterina con quello che vorresti vedere qui nel 2024.
Rassegna 🗞️
Storia di un rivoluzionario che si arrese all’inifinità del cosmo
Il futuro (e il presente) dei musei
Ma parliamo di punteggiatura, che non fa mai male
Viaggio nel Giappone dei konbini
Alessandro Lolli e Raffaele Alberto Ventura discutono di politicamente corretto (con Rav ci ho recenetemente chiacchierato anche io, qui)
A proposito di conversazioni, eccone una interessante con Enrico Deaglio
Come Zerocalcare ha cambiato il fumetto italiano
Una citazione per concludere 🖋️
IL PRIMO GENNAIO
So che si può vivere non esistendo, emersi da una quinta, da un fondale, da un fuori che non c’è se mai nessuno l’ha veduto. So che si può esistere non vivendo, con radici strappate da ogni vento se anche non muove foglia e non un soffio increspa l’acqua su cui s’affaccia il tuo salone. So che non c’è magia di filtro o d’infusione che possano spiegare come di te s’azzufino dita e capelli, come il tuo riso esploda nel suo ringraziamento al minuscolo dio a cui ti affidi, d’ora in ora diverso, e ne diffidi. So che mai ti sei posta il come – il dove – il perché, pigramente rassegnata al non importa, al non so quando o quanto, assorta in un oscuro germinale di larve e arborescenze. So che quello che afferri, oggetto o mano, penna o portacenere, brucia e non se n’accorge, né te n’avvedi tu animale innocente inconsapevole di essere un perno e uno sfacelo, un’ombra e una sostanza, un raggio che si oscura. So che si può vivere nel fuochetto di paglia dell’emulazione senza che dalla tua fronte dispaia il segno timbrato da Chi volle tu fossi…e se ne pentì. Ora, uscita sul terrazzo, annaffi i fiori, scuoti lo scheletro dell’albero di Natale, ti accompagna in sordina il mangianastri, torni indietro, allo specchio ti dispiaci, ti getti a terra, con lo straccio scrosti dal pavimento le orme degli intrusi. Erano tanti e il più impresentabile di tutti perché gli altri almeno parlano, io, a bocca chiusa.Eugenio Montale
E per il 2023 è tutto. Ci vediamo tra due settimane.
Se ti va rileggere le altre uscite di quest’anno le trovi tutte qui
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Buon Natale!