Bentornati su Caffè Letterato, la newsletter che si occupa giornalismo culturale e dintorni.
Oggi arriviamo di nuovo con un po' di ritardo, ma prometto che presto riuscirò a recuperare la regolarità delle uscite il venerdì.
Colpa anche del fatto che in questi giorni sto cambiano casa e città e sono stato tenuto un po' impegnato dal trasloco. Non ho avuto, quindi, neppure tempo per scrivere il solito articoletto inedito per la newsletter. Ripropongo dunque un format già sperimentato qualche settimana fa: una rassegna più corposa del solito, con tre articoli "in evidenza" introdotti da qualche riga in più. Vi segnalo poi un mio articolo uscito di recente.
Buona lettura!
Rassegna 🗞️
Dato che l’assegnazione del Premio Strega 2024 è ormai imminente, iniziamo con il migliore articolo sui 6 libri finalisti che leggerete. Gianluigi Simonetti su Snaporaz porta avanti una analisi critica dei romanzi della sestina sottolineando come «lo Strega fornisce sempre indicazioni interessanti sull’assetto di una parte della nostra editoria di narrativa» e notando che l’edizione di quest’anno si fa notare per essere «la più bilanciata, la più attentamente costruita, la più istituzionale da tanto tempo a questa parte; direi forse la più presidenziale, la più “mattarelliana” nel soppesare con tatto e uso di mondo le esigenze della cultura e dell’industria».
Proseguiamo con un lungo articolo de Il Tascabile a firma di Gregorio Magini, che parla dello Zhuangzi, antico testo cinese, tra i libri fondamentali del taoismo. Opera vasta e cripitica, che si può descrivere solo «lasciandosi portare alla deriva dai suoi meandri discorsivi», per via della sua «radicale e inaggirabile contraddittorietà rispetto all’universo di valori e pratiche di ciò che nel linguaggio dello Zhuangzi si chiama “riti e musica”, e che noi chiamiamo “cultura”».
Documentari, reading, mostre, intitolazioni… sembra che si stia sviluppando un rinnovato interesse per i poeti. Si tratta di fascinazione per una figura fuori dal tempo «come fossero ciabattini, lattai o lampionai, mestieri di una volta che non hanno retto al progresso», oppure «la poesia in qualche modo sta tornando, forse perché è perfetta per la nostra epoca»? Ne scrive Giulio Silvano su Rivista Studio
In breve
Sul declinismo, ovvero l’ossessione per il declino
Tre film su intellettuali a contatto con la marginalità
Continuando a parlare di cinema: lo stato di salute delle sale e delle piattaforme streaming
Libri con mappe (e libri che sono mappe)
Un ritratto di Valerio Evangelisti
Cose mie
Pochi giorni fa ho esordito su Snaporaz con questo articolo.
Si parla di Fare mondi di Ian Cheng, un saggio recentemente uscito per Timeo che parla di Worlding, ovvero la pratica di creare mondi immaginari. Ne ho approfittato per scrivere un po’ dei meccanismi che oggi dominano l’industria dell’intrattenimento, che sempre di più si basa sulla creazione di franchise che possano generare continuamente nuove opere (e quindi profitto) e creare intorno a sè comunità di appasionati coinvolti e attivi.
L’articolo (come molti di quelli pubblicati su Snaporaz) è dietro paywall. Ma i costi per abbonarsi sono contenuti (5 euro per un mese o 50 per un anno, anche meno se siete sotto i 26 anni) e se vi interessa il giornalismo culturale di qualità sono soldi ben spesi.
E per oggi è tutto
Ti ricordo che puoi recuperare tutte le uscite precedenti qui e che se ti piace Caffè letterato puoi supportarlo aiutandomi a farlo conscere condividendolo, inoltrandolo, consigliandolo. E ovviamente, se non l’hai già fatto, iscrivendoti.
Alla prossima!